Storicamente il territorio di Serra Riccò s'identifica con le vicende di tutta la Valle Polcevera.
In epoca romana amministrativamente era suddiviso in Pagi e Vici. Queste circoscrizioni vennero pressoché conservate nel corso dei secoli; con l'avvento del cristianesimo, poi, sui Pagi sorsero le pievi e sui Vici le parrocchie sufraganee. Con l'istituzione dei comuni, presso la pieve ne venne posta la sede e le parrocchie alle dipendenze costituirono le frazioni.
Serra e San Cipriano furono dapprima Pagi, poi Pievi ed infine comuni indipendenti e talvolta rivali.
È bello ed interessante notare come tutti questi luoghi, frazioni, case sparse, vigne ed orti, sono collegati gli uni agli altri da una miriade di antichi sentieri, che ci ricordano la Via del Sale e la Via Postumia o, come viene ancora chiamata dai nostri vecchi valligiani, la Strada Romana. Molti di questi sentieri, mai più usati, non sono più transitabili ma un tempo congiungevano Genova con l'oltregiogo.
Alcuni di essi, considerata la dolcezza degli scollinamenti, non dovevano essere molto faticosi da percorrere ed all'uopo è giusto ricordare che è proprio nei pressi del passo Appenninico più basso d’Italia, a Crocetta d'Orero, il luogo dove sono state rinvenute nel 1923, mentre si costruiva la Ferrovia Genova Casella, le antiche monete del "Tesorietto di Serra Riccò" databili tra il IV e il I Secolo a.C..
Gli antichi non potevano sapere che stavano transitando proprio sul passo Appenninico più basso d'Italia ma, naturalmente, proprio grazie a questa caratteristica, il tratto gli si presentava come il più agevole ed è facile intuire che per i loro spostamenti gli antichi prediligessero le vie più comode e con buoni punti di riferimento.
È curioso costatare come dalla Valle dell'Iso Secco, da Isola di Pedemonte, che è il luogo dove è stata ritrovata la Tavola Bronzea di Polcevera, si diparte uno degli antichi sentieri che, giungendo da Genova, costeggiando ed attraversando il Torrente Pernecco (il Prenicum della Tavola Bronzea) raggiunge il Borgo di Ciaè, dove esiste un antico ponte romano, poi Niusci che è il luogo di ritrovamento delle monete, ed infine Crocetta d'Orero, che è il passo appenninico più basso d’Italia e che verso la Valle Scrivia e la Val Trebbia pone in comunicazione, in maniera naturale e molto più agevolmente che in altri siti, Genova e quello che ha sempre significato per la sua storia: il Mediterraneo e l'Oriente, con la Valpadana e l'Europa.
A ben vedere, importantissime direttrici di marcia che collegano il Mediterraneo al Nord Europa transitano ancora proprio da qui e non è un caso che la prima e più importante via di comunicazione autostradale poggi su questo spartiacque che, dolcemente, dal mare sale verso i monti: ancora oggi da qui si collegano il Mediterraneo e Genova con le valli di Scrivia e Trebbia verso la grande pianura ed oltre, verso l'Europa.
Quell'Europa che, occorre ricordare, nei suoi territori occidentali tra il Rodano ed il Tirreno vide lo svilupparsi di una civiltà le cui genti nel VIII secolo a.C. il greco Esiodo proponeva con la forma Ligys che gli studiosi indicano quale marcatore del Ligures romano per giungere infine al nostro Liguri, termine distintivo di popoli appartenuti ad un territorio originariamente forse più vasto di quello sopra descritto e che si è via via sempre più ridotto, talvolta culturalmente, talvolta solo sotto il profilo amministrativo all'attuale regione Liguria.
Nel Medio Evo, nell'ambito territoriale, la nobiltà Genovese eresse torri e castelli e celebri furono quelli di Pedemonte, Serra e San Cipriano. Proprio a San Cipriano, e più precisamente a Castrofino, dove era signore suo padre, detto Rustico di Caschifellone, nel 1080–81 nacque il Caffaro che, conosciuto come primo storico ed annalista di Genova, ne fu anche ambasciatore ed ammiraglio. I suoi annali, mai più restituiti a Genova, vengono ancora gelosamente custoditi dallo stato francese che ne entrò in possesso con Napoleone.
Il castello di Pedemonte fu edificato al tramonto del X secolo da Migesio figlio di Ido primo visconte, i cui successori innalzarono altri castelli ancora a Pedemonte, a Pernecco e a Serra. Soltanto di quest'ultimo, anche se ai giorni nostri rimangono pochissimi resti, rimane la certezza del luogo in cui esso torreggiava.
Gianfilippo Noceti
La Tavola Bronzea di Polcevera, l'antico Monumento della Romana Archeologia del 117 a.C., che è stata definita la Bibbia dei Genovesi e sulla quale è incisa la "Sententia Minuciorum", è stata ritrovata a Pedemonte di Serra Riccò, in località Isola, nel 1506 dall'agricoltore Agostino Pedemonte.
Nel 1923 a Niusci, località sul sentiero che dal Ponte di Ciaè porta al passo di Crocetta d'Orero, durante i lavori per la costruzione della ferrovia Genova Casella è stata ritrovata una gran quantità di monete databili dal IV al I Secolo a.C.. Parte delle stesse sono conservate ed esposte quale "Tesoretto di Serra Riccò" nel Museo Archeologico di Aosta.